Little Parade of the Crescent Moon


"Wild & Alive"
the official bootleg
live in Germany


ARCHIVIO CONCERTI

DUO ACUSTICO
Il Tirreno/spettacoli regione
THE OAK, THE CYPRESS” - LA CHITARRA DOC DI OSCAR BAUER
Le autoproduzioni in Italia sono ancora una realtà viva ed interessante che spesso ci riserva piacevoli sorprese. E’ il caso di Oscar Bauer, chitarrista di grande pregio, grande conoscitore della sei corde che da poco ha pubblicato uno splendido album, oggi diremmo “unplugged” assieme al suo amico Andrea Lupo Lupi, “The Oak, the Cypress”. Da molti anni presenti sulle scene nazionali ed internazionali, hanno maturato una capacità tecnica che però non sfocia nel virtuosismo, ma una sensibilità per le atmosfere che respirano in emozioni semplici, intense ed umane. Oscar Bauer un vero e proprio maestro della chitarra acustica, moderna, e virtuoso della slide guitar, ha collaborato tra gli altri, con Scott Henderson, Animals, Louisiana Red, Big Jack Johnson, Michael Coleman, John Primer. Il repertorio è costruito su alcuni brani di autori noti come Leo Kottke, john Mayall, Gary Davis, Jorma Kaukonen, Bruce Cockburn. Non mancano le composizioni originali che dimostrano i loro amori musicali . il blues, le sonorità jazzy, il rock acustico di matrice americana, certo irish sound, ma in fondo il grande vero amore è quello per la chitarra ed il suo inconfondibile “sound”.
Luca Doni –Il Tirreno/spettacoli regione 6/01/2002
Uscita Di Sicurezza (periodico dei locali di live-music del nord e centro Italia)
“The Oak, the Cypress…” VOTO 8
Bello alla prima! “The Oak, the Cypress” arriva subito e rimane: Cosa non facile questa quando un disco riesce a variare naturalmente dal blues al jazz ed al folk facendolo interamente in acustico. Un duo veramente vincente ed avvincente. Fingerpicking e uno slide stregato è Oscar Bauer mentre Lupo è un bassista sempre pronto all’improvvisazione ed al virtuosismo. Belle le due voci che si fermano per alcune tracce strumentali tra le quali spicca il medley dei Beatles “Day tripper/Lady Madonna”. Gli arrangiamenti sono ottimi con omaggi anche a John Mayall, Cockburn, Kottke. Un lavoro insomma che va ascoltato ed apprezzato, magari dal vivo durante le loro numerose esibizioni.
Luca Barsotti- Uscita di sicurezza n°3 annoIX ( feb 2002)-rubrica “Indie”
Dall’articolo sul blues europeo :
...Oscar Bauer & Lupo, deux autres artistes s’eprimant en acoustique.le répertoire est plus èclectique, le blues n’étant présent qu’à travers le rèvérend Gary Davis, ou John Mayall.Le reste se compose de folk, mais le talent de deux guitariste est à l’hauter !
Jacques Périn- Soul Bag (Fra) n°166
Da IL BLUES
Dal nome non si capirebbe, ma Oscar Bauer è di origini napoletane. Chitarrista specializzato in inventive miscele tra rock, blues e altro, ora vive a Pisa. Dal 1993 guida, insieme col bassista e cantante Andrea Lupo Lupi, una delle formazioni più credibili nella scena blues made in Italy, Hotel la Salle, dal nome di un albergo situato al 1113 di Canal Street, là dove comincia il quartiere francese di Nouvelle Orleans. Messo in disparte per l’occasione il batterista “Capello” Mattolini, due terzi del gruppo si cimentano in terreno squisitamente acustico. Ovvie le principali influenze di Oscar, che affronta il picking in maniera più spontanea che accademica: si tratta di campioni della chitarra folk estrema come Leo Kottke, al quale si riconducono quattro dei brani, e Jorma Kaukonen, di cui eseguono “Police dog” e “Hesitation Blues” (partiture riconducibili almeno a Gary Davis, ma filtrate attraverso l’estetica Hot Tuna), l’ardita “Genesis” e la conclusiva “Embrionic Journey”. Andrea è cantante con una solida vena colloquiale, e il suo quasi baritono da osteria è particolarmente valorizzato in un contesto dove il volume è moderato e nessuno pretende che si strilli. A corollario di un repertorio pressoché di dominio pubblico (tra cui “Nightflyer”, un valzer di John Mayall, e un divertente medley strumentale beatlesiano, esercizio di bravura in riffs polifonici) luccicano impressioni personali come la tenera “Tales Of My Private Ocean”, ballad dall’indicibile melanconia, e soprattutto “Hobocar Blues”, sorta di “Diary of a Band”, legata alle scalette elettriche dei concerti di Hotel La Salle. Il sapore dell’opera richiama la campagna toscana, illustrata nella suggestiva immagine di copertina, che apre un bel libretto policromo di otto pagine con note bilingue (la prossima volta, però, converrà far rivedere il testo inglese) : severa e rigorosa ma al tempo stesso cordiale e ospitale. Un lavoro che, sebbene eseguito sottovoce ( e con una distribuzione forzatamente di nicchia), sarebbe un peccato ignorare.
Edoardo Fassio- IL BLUES , n°78- Marzo 2002
Da Jam
…per il blues acustico saluto l’uscita del primo cd di due amici toscani che hanno realizzato, nella tranquilla campagna toscana, un lavoro splendido : sono Oscar Bauer e Andrea Lupo Lupi, che già conoscevamo come componenti della band Hotel La Salle…….
Fabio Treves- JAM, n° 84 –Luglio/Agosto 2002
Da articolo sul 5°meeting internaz.chitarra acustica (Sarzana)
Fortezza Firmafede/Teatro degli Impavidi
Oscar Bauer e Andrea Lupi. Oscar Bauer è una vecchia conoscenza di Chitarre: nel 1995 arrivò secondo a una selezione proposta dalla rivista sul tema della musica di Tuck &Patti. Pur militando dal ’93 nel trio di blues elettrico Hotel La Salle, di cui fanno attualmente parte il bassista Andrea Lupo Lupi e il batterista Alberto Mattolini, Bauer non ha mai dimesso il suo primo amore per la chitarra acustica e-con lo stesso Lupi al basso acustico- ha inciso in versione unplugged il recentissimo Oscar Bauer with Lupo- The Oak, the Cypress…(Black Cat, 2001). Il repertorio del duo spazia con grande gusto nella musica degli ultimi trent’anni, passando dal blues agli arrangiamenti di canzoni folk-rock, dal fingerstyle di ispirazione celtica alla musica slide e di stile hawaiano. Tra i brani proposti alla Cittadella, ricordiamo in particolare rielaborazioni di “Fisherman” di Leo Kottke, “Mombasa” di Tommy Emmanuel e “Genesis” di Jorma Kaukonen.
Andrea Carpi (direttore del mensile) CHITARRE, n° Agosto, anno XVII
Movimentiprog.net – magazine e webzine
OSCAR BAUER WITH LUPO (Italia)
The Oak, the Cypress… (home recording, 2001) voto : 8/10
Qualche tempo fa ho avuto l’occasione di conoscere e veder lavorare Giuseppe Palumbo, indubbiamente uno dei migliori disegnatori italiani di sempre. E’ assolutamente incredibile la facilità con cui disegna, senza schizzi preparatori, senza matite, solo un pennello ed una boccetta d’inchiostro. E quello che viene fuori, d’istinto, è assolutamente incredibile. Perché dico tutto questo? Perché ascoltando questo cd ho avuto la stesa sensazione, quella di vedere non tanto un genio all’opera, ma piuttosto quella di veder scorrere davanti a me il talento, libero, sciolto, nella sua forma essenziale, che decide di incanalarsi nelle dita di un chitarrista e rendersi tangibile con l’unico aiuto di un basso e una chitarra acustica.

Musicisti, nottambuli, vagabondi, come loro stessi si definiscono, riescono a dare vita ad un album di blues acustico da fare accapponare la pelle, rivisitando e riarrangiando per l’occasione classici del genere, con un occhio di particolare riguardo per artisti come Leo Kottke e del reverendo Gary Davis, ma non mancano le sorprese, come un inatteso ma gradito omaggio ai Beatles con un’interpretazione brillante ed inconsueta di Day Tripper e Lady Madonna. E non mancano nemmeno brani propri come Hobocaster Blues (scritta originariamente da Andrea Lupo Lupi per il progetto elettrico dei due, gli Hotel La Salle), Tales Of My Private Ocean (delicata e malinconica ballata dove vengono inseriti alcuni passaggi dalle ritmiche vagamente hawaiane) e la breve perla strumentale D*Note, dove tecnica e feeling si riuniscono in maniera perfetta.

La perizia strumentale è da brivido, come testimoniano, tra le altre, le versioni di Nightflyer di John Mayall e June Bag di Leo Kottke (in cui Oscar Bauer, talento della 12 corde, usa un ditale ricavato da una bottiglia di Brunello di Montalcino, tra le alte cose…), dove si stenta a credere che tutto sia fatto da due soli musicisti, visto il vasto e coinvolgente tappeto musicale intessuto da basso e chitarra. La qual cosa, se non mi sbaglio, veniva detta anche dei Rush degli esordi. E se tanto mi da tanto…
Luca Abete (movimentiprog.net – magazine e webzine)


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